Le più antiche testimonianze storiche di “giochi con la palla” a Scandiano risalgono agli inizi del 1600, come si giocasse e con che regole non è dato sapersi, ma sicuramente già allora esistevano gruppi di Scandianesi che si organizzavano per divertirsi insieme con questa pratica antenata del calcio moderno.
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I luoghi di ritrovo nonché “campi di calcio” furono molteplici nonchè improvvisati:
Si iniziò col giocare nella stretta piazzetta che sta tra la Rocca e la ex Filanda per poi passare attorno al 1770 alla “Pavarina”(Piazza della Libertà) ,poi quando all'incirca nel 1914 fu demolito al suo interno il quartiere ebraico, piazza “Padella” (Piazza Fiume),altro luogo da sempre utilizzato dagli Scandianesi per la pratica del calcio era la riva destra del torrente Tresinaro che corre parallela a viale Mazzini, ma si giocava anche nel fossato della Rocca che confina con via Matteotti, insomma… si giocava ovunque ci fosse uno spazio che potesse vagamente assomigliare ad un rettangolo di gioco e pare quindi che la passione fosse tanta anche nei secoli passati.
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Le prime testimonianze di squadre “Scandianesi” che si cimentavano contro squadre di altri paesi risalgono al 1916 , la data della nascita della Scandianese come società di calcio organizzata viene fatta risalire al 1919 ,la stessa della Reggiana,ma per entrambi i casi non esistono documenti ufficiali che ne certificano la fondazione.
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Lo Stadio “Armando Torelli” -inizialmente intitolato al Re Vittorio Emanuele III-venne costruito nel 1926 tra via Roma e via Veneto, dove adesso sorge la Biblioteca Comunale e in quell'anno la Scandianese partecipò al suo primo campionato provinciale ufficiale vincendolo.
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Si susseguirono Campionati con alterne fortune, ma non essendoci molte attrazioni tanti tifosi si ritrovavano al campo alla domenica e gli Scandianesi si riconoscevano come tali nella loro squadra che era in massima parte formata da giocatori locali con cui quindi si condivideva anche la fatica del vivere quotidiano.
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Ci fu la pausa della II guerra mondiale in cui gli stadi, anche i più famosi, vennero trasformati in “orti di guerra” dal regime fascista, ma già nella primavera del 1945 , non appena ve ne fu possibilità ,tantissimi volontari con vanghe ,badili e carriole ritrasformarono il nostro “orto di guerra” in un luogo in cui poter di nuovo praticare il gioco del calcio e lasciarsi al più presto alle spalle quel terribile periodo, per i più giovani lettori vogliamo comunque ricordare che quel campo non aveva nulla a che fare con i terreni moderni:
si giocava da novembre a marzo in un surrogato di risaia , negli altri mesi su un suolo duro come il cemento…di erba nemmeno a parlarne , ci si lavava sotto i rubinetti quando c'erano e le trasferte il più delle volte si facevano in bicicletta ,per non parlare dello strumento principe, il pallone, che in certe giornate piovose poteva arrivare a pesare anche un chilo.
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La Scandianese del finire degli anni ‘40 era una squadra fortissima e venne per questo soprannominata dai tifosi “il piccolo Torino” stante che in quegli anni era il Torino la squadra che dominava il campionato di serie A o anche “la Regina dello Sport”.
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Come tutte le società, anche la compagine rossoblù negli anni successivi raggiunse vette sportive altissime ma anche momenti bui, come quando nel 1964 si dovette fare la fusione col Chiozza per mantenere in vita la società o quando nel 1969 si fece talmente male da finire il campionato a meno uno in classifica.
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Nel 1971 la squadra venne ricostruita all'interno della Polisportiva Scandianese ed iniziò una lenta risalita verso campionati maggiori, nel 1981 si vinse il campionato di Prima Categoria risalendo in Promozione e nel 2001 (anno in cui venne anche inaugurato il nuovo stadio “Andrea Torelli” in via Togliatti) si fece un ulteriore salto verso il campionato di eccellenza dove la Scandianese rimase fino al 2012.
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Attualmente la squadra milita da alcuni anni nel campionato di Promozione LND ed ha alle spalle un fiorente settore giovanile formato da circa 300 ragazzi e gestito dallo Sporting f.c.
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Ovviamente dietro a questo centenario percorso, vi sono sempre state persone che in campo, ma soprattutto fuori dal campo , hanno messo al servizio della società il loro tempo libero e la loro passione ma sono talmente tante che ricordarle tutte in queste poche righe è impossibile, ma una cosa va ricordata:
Il calcio dei dilettanti in generale e a Scandiano in particolare, continuerà a vivere fino a quando non verranno a meno persone di questo genere.
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